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epistolario - 1826


1001. Di Luca Mazzanti.
Recanati 7 7bre. [ma ottobre] 1826.

Signore ed Amico amatissimo

Se da un tempo non Le ho più scritto, non per questo voglia revocare in dubbio la mia amicizia, chè, amandola tenerissimamente, l’ho sempre nella mente e nel cuore. Ella promise gentilmente coll’ultima sua1 di mandarmi il suo saggio de’ Dialoghi, che io desiderava; e nulla vedendo, temei che la mia richiesta le fosse riuscita importuna, ed in questo avviso mi astenni mio malgrado d’inviarle mie lettere. Nonostante però ebbi con frequenza le di Lei nuove, richiestone sovente il Prete Diotallevi, che familiare in sua Casa era di saperle a portata, e, comechè buone, mi riescirono sempre di somma consolazione. Ma oggi mi ha Ella doppiamente rallegrato per le affettuose espressioni meco usate nella grata Sua data 4.2 di questo, e perchè mi conferma della Sua salute le migliori notizie. Di me Le direi pur bene se non fossi afflitto da costipazione, e se non fossi circondato dalla noja, e dalla tristezza che si bene si uniscono perchè il poco di spirito che mi rimane evapori più presto; meno male: così cesserà una esistenza che, per la età in che è venuto il mondo, mi riesce di peso. Mi è di piacere che il giro della Romagna siaLe riescito di sodisfazione; quella è tutt’altro che le Marche, ed io ricordo sempre con infinita compiacenza la dimora fattavi per cinque anni. Qualunque siasi però questo mio attuale soggiorno, esso mi diverrà gratissimo quando vi sia pur Lei che può rendere piacevole anche un deserto. Io attendo dunque il Suo ritorno in Patria con tal desiderio, che mi rende penosamente impa ziente. Ella non vi ritroverà il D.r Podaliri, che trasferitosi sono più mesi a Frascati esercita in quella condotta la Medicina con molto successo. Sapeva già il pericolo corso dal Monti; campatone però alla meglio, è da sperare che morte rispetti per un tempo ancora la sua vita preziosa. Se la nuova edizione che costì si prepara delle sue Opere non costasse gran prezzo mi vi associerei; ma oggi si vendono i libri a peso d’oro, e la mia borsa è tanto meschina che può spendere appena del rame. Della sua interpretazione al Petrarca io già sapeva per le relazioni degli amici miei, e per ciò che ne han detto in lode i giornali.

Desidero questo suo lavoro, e la prego inviarmelo unitamente ai dia


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