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prego che voglia aver qualche riguardo alle inclinazioni mie, che ora non sono più mutabili naturalmente, e contrariate mi faranno infelice fin ch’io viva, e forse peggio ch’infelice. Perdonatemi il tedio che v’ho recato con tanta lunghezza, e lo scriver fretto- loso e scomposto a cagione della difficoltà somma ch’io provo ad ogni sorta di applicazione. Se non vi sdegnerete d’essermi amico, io seguirò sempre ad amarvi, non pretendendo perciò che vi astenghiate per nessun modo dal contrariarmi in tutto ciò che vi potesse occorrere per la necessità della prudenza ricevuta fra gli uomini, e dell’amicizia che vi lega a mio padre. Credetemi Vfo Dmo Obblmo Sre ed Amico G.L.

247. A Pietro Brighenti.
Recanati 16 Agosto 1819.

Stimatissimo Signore Rispondendo molti giorni addietro alla sua gentilissima 12 Luglio, le annunziai lo smarrimento di una mia risposta all’al- tra sua 29 Maggio, colla quale le accusava la ricevuta della Cro- nica del Dino, Congiura di Napoli, Vita del Giacomini e Avven- ture di Saffo, come anche per la posta delle Prose Giordani. E rispetto alle note 50 copie delle Canzoni, ch’Ella mi avvi- sava di aver ricevute, la pregava di regolarne il prezzo a suo talento, avendo più riguardo alla facilitazione dello smercio, che alla maggior quantità della somma da ritrarsene, che è cosa, com’Ella vede, di pochissimo momento. Non vedendo riscontro neppure a quest’ultima, non so s’Ella abbia giudicato che non meritasse risposta, come può aver fatto ragionevolmente, non essendovi cosa che la esigesse; ovvero se la posta se la sia divorata al suo solito. Nel dubbio, ho preso il partito di scriverle questa assicurata, per certificarmi ch’Ella sia prevenuta di quanto ebbi a significarle, ed abbia nuove pro- teste della perfetta stima con cui mi dichiaro

Suo Dmo Obblmo Sre ed Amico
Giacomo Leopardi