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ce essa natura volendo dir fino alla natura.

Ivi, 14. Ve’ come infusi e tinti,
               Del barbarico sangue.

Infusi qui vale aspersi o bagnati. Il Casa1: E ben conviene Or penitenzia e duol l’anima lave De’ color atri e del terrestre limo OND’ella è per mia colpa INFUSA e grave. Sopra le quali parole i comentatori adducono quello che dice lo stesso Casa in altro luogo2: Poco il mondo già mai t’infuse o tinse, Trifon, nell’atro: suo limo terreno. Ho anche un esempio simile a questi del Casa nell’Oreficeria di Benvenuto Cellini3, ma non lo tocco per rispetto d’una lordura che gli è appiccata e non va via.

Ivi, 18. Evviva evviva.

L’acclamazione Viva è portata nel Vocabolario della Crusca, ma non evviva. E ciò non ostante io credo che tutta l’Italia, quan-

  1. Canz. 4, stanza 3.
  2. Son. 45.
  3. cap. 7. Milano 1811, p. 95.