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canto viii. 75


Al gener tuo, padre infelice, e quale
D’amarissimi casi ordine immenso
Preparano i destini. Ecco di sangue
40Gli avari còlti e di fraterno scempio
Furor novello incesta, e le nefande
Ali di morte il divo etere impara.
Trepido, errante il fratricida, e l’ombre
Solitarie fuggendo e la secreta
45Ne le profonde selve ira de’ venti,
Primo i civili tetti, albergo e regno
A le macere cure, innalza1; e primo
Il disperato pentimento i ciechi
Mortali egro, anelante, aduna e stringe
50Ne’ consorti ricetti: onde negata
L’improba mano al curvo aratro, e vili
Fur gli agresti sudori; ozio le soglie
Scelerate occupò; ne’ corpi inerti
Domo il vigor natio, languide, ignave
55Giacquer le menti; e servitù le imbelli
Umane vite, ultimo danno, accolse.

     E tu da l’etra infesto e dal mugghiante
Su i nubiferi gioghi equoreo flutto
Scampi l’iniquo germe, o tu cui prima
60Da l’aer cieco e da’ natanti poggi