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monterà a cavallo, e andrà dal signore e impetrerà tale lettere che per voi mai simile opera non gli sia dinegata. Mo’ guardate dove i miseri studiosi atti a simile opere sono ridotti, quando con simili omini hanno a gareggiare! con che speranza e’ possano aspettare premio di lor virtù? aprite li occhi e vogliate ben vedere che i vostri dinari non si spendino in comprare le vostre vergogne. Io vi so annunziare che di questa terra voi non trarrete se non è opere di sorte e di vili e grossi magisteri; non c’è omo che vaglia e credetelo a me, salvo Lonar Fiorentino che fa il cavallo del duca Francesco di bronzo, che non ne bisogna fare stima, perche ha che fare il tempo di sua vita, e dubito che per l’essere si grande opera nolla finirà mai.


Ecci uno il quale il signore per fare questa sua opera ha tratto di Firenze, che è degno maestro, ma ha tanta tanta faccenda, nolla finirà mai.

Che credete voi che differenzia sia a vedere una cosa bella da una brutta? Allega Plinio1.

  1. In questi abbozzi di lettera ai Fabbriceri del Duomo di Piacenza per l’allogazione delle porte di bronzo, il Vinci par scrivere in nome d’un’altra persona, ma non è facile supporre chi potesse essere e neppur si può fissare la data in cui questa lettera fu scritta.