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66 leonardo da vinci [§ 150

150. Delle cose finite, e delle confuse.

Le cose finite e spedite si debbono far d’appresso, e le confuse, cioè di termini confusi, si fingano in parti remote.


151. Delle figure che sono separate, acciocchè non paiano congiunte.

I colori di che tu vesti le figure sieno tali che diano grazia l’uno all’altro; e quando un colore si fa campo dell’altro, sia tale che non paiano congiunti ed appiccati insieme, ancor che fossero di medesima natura di colore, ma sieno varî di chiarezza, tale quale richiede l’interposizione della distanza e della grossezza dell’aria che fra loro s’inframmette, e con la medesima regola vada la notizia de’ loro termini, cioè più o meno espediti o confusi, secondo che richiede la loro propinquità o remozione.


152. Se il lume deve esser tolto in faccia alle figure, o da parte, e quale dia più grazia.

Il lume tolto in faccia ai volti posti dentro a pareti laterali, le quali sieno oscure, sarà causa che tali volti avranno gran rilievo, e massime avendo il lume da alto, e questo rilievo accade perchè la parte dinanzi di tal volto è illuminata dal lume universale dell’aria a quello anteposta, onde tal parte illuminata ha ombre quasi insensibili, e dopo essa parte dinanzi del volto seguitano le parti laterali, oscurate dalle predette pareti laterali delle stanze, le quali tanto più oscurano il volto, quanto esso volto entra fra loro con le sue parti: ed oltre di questo seguita che il lume che scende da alto priva di sè tutte quelle parti alle quali è fatto scudo dai rilievi del volto, come le ciglia che sottraggono il lume all’incassatura degli occhi, ed il naso che lo toglie a gran parte della bocca, ed il mento alla gola, e simili altri rilievi.


153. Della riverberazione.

Le riverberazioni son causate da corpi di chiara qualità, di piana e semidensa superficie, i quali, percossi dal lume, quello, a similitudine del balzo della palla, ripercuotono nel primo obietto.


154. Dove non può essere riverberazione luminosa.

Tutti i corpi densi si vestono nella loro superficie di varie qualità di lumi e d’ombre. I lumi sono di due nature: l’uno si domanda originale e l’altro deri-