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che quella direzione posta su quelle lettere era vera e non fittizia.

È indubitato che ogni uomo di questo mondo, per quanto accorto ed astuto si voglia fingere, il quale avesse voluto accusare di liberalismo il Fausti, si sarebbe trovato di fronte a difficoltà insuperabili a poter tessere un intrigo, che mentre raggiungesse il fine, fosse ricoperto da una apparenza di verosimiglianza, di probabilità, di credibilità. Ma pel Processante signor Eucherio Collemassi, il quale aveva per sè il segreto impenetrabile dal quale è circondato il processo criminale politico, il favore di monsignor De Merode, il consenso e la cooperazione di monsignor Salvo Maria Sagretti presidente del tribunale che doveva giudicare la causa, non potevano esserci nè ci furono difficoltà. Le prove bisognavano, e le prove furono trovate. La Diotallevi non era già morta, ma anzi vivea felice, lieta e contenta; poiché non solamente dal 20 ottobre del 1862 aveva ricuperata la sua piena libertà, ma anche ottenuta da monsignor De Merode una pensione mensile di scudi dodici.1 Come da questa gentildonna aveva avuto il Collemassi quanto gli era stato necessario a compilare il processo contro nove degli inquisiti, ed i semi da far fruttificare a suo tempo contro il Fausti, da lei designato come capo della Università Romana, come uno de’ più attivi del Comitato, anzi l’anima stessa del Comitato; così poteva con tutta facilità averne ciò che gli mancava a compiere la grande opera.

Il processo Venanzi aveva avuto principio sin dal febbraio del 1862, e sin dai primordii di esso il Fisco dovette venire in sospetto del Fausti, sia per le lettere rinvenute al Venanzi colla nota direzione, sia per le notizie che sul conto del Fausti aveva dato l’inmpunitaria Diotallevi, a cui nel marzo successivo fu concesso il beneficio della impunità. È ben da credere che un

    e conosciuto che dopo vari giri viziosi, e l’essersi introdotto in varie botteghe andasse a terminare in casa del Cugnoni, ne facesse subito rapporto a Monsignore, il quale ordinò l’immediato arresto del vetturale e la perquisizione domiciliare del Cugnoni.

  1. Il fatto è positivo.