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postvma. 17


     Così mal desto le tue bianche forme,
Velate come in sogno, io veggo in mente:
45Tace per poco e dorme
Il tarlo roditor che lentamente
La mia vita divora,
48E mi par quasi d’aspettarti ancora.

     Può la mente scordar tutto un passato.
Ma la mia carne non li scorda mai
51I baci che m’hai dato,
I misteri d’amor che t’insegnai,
Le notti mie più liete,
54E le tue voluttà le più segrete.

     Ahi, ma dal mio sopor tosto destato,
L’atroce verità riveggo intera!
57Ignudo e forsennato
Levo le braccia nella notte nera
E sulla coltre sola
60Spasimo e il pianto mi s’annoda in gola.

     Pianger non posso. Maledetto Iddio,
Se favola non è come l’amore,
63Egli che il pianto mio
Come una pietra mi saldò nel core,
Egli che ci ha diviso
66E che il pianto mi nega e il tuo sorriso!