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adjecta. 447


     E tu, secol civile,
che l’onta tua non vedi,
21tu ti trascini ai piedi
di questa imagin vile
e strisci e baci e preghi
24e la pietà rinneghi!

     Or va! Poi che tu mostri
del cor la lue profonda,
27va! Nella polve immonda
bene al tuo Dio ti prostri.
È il Dio dell’oro e ormai
30più degno Iddio non hai.

     Ma bada! Una saetta
squarcia la densa notte.
33Mandan le nubi rotte
un urlo di vendetta....
Bada! Vedrai tra poco
36piovere sangue e foco

     e l’hai voluto! Ultrice
l’ora t’incalza e stringe,
39la terra ti respinge,
il ciel ti maledice
e al colpo che t’uccide
42il tuo Mammona ride!