Pagina:Le prose e poesie campestri....djvu/83


le prose 67

fortemente commosso, s’accorge d’un’anima in sè stesso per nulla volgare, e d’un senso particolarmente squisito? D’un uomo, che oltrepassa con le sue meditazioni quel segno, a cui la più parte nè giunge pure; che distingue i gradi infiniti della probabilità; che scopre rassomiglianze tra quelle cose, ove gli altri non veggon che diversità, e differenze tra quelle, ove agli altri non si presenta che rassomiglianza? Ed in faccia a questi beni, che sono in noi, che niuno ci può contendere, che è mai quello, che stassi nelle altrui, teste? Che è una lode, che spesso abbiam comune con persone spregevoli, o che da persone spregevoli ci vien data? Una lode, a cui non sappiam mai quanta fede prestar dobbiamo? Si dice che i Re non possono sapere il vero. I soli Re? Qual follia! Gli uomini tutti non fan che ingannarsi reciprocamente, e così necessariamente ad un tempo, che non sarebbe unione tra loro senza questo reciproco inganno.