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le poesie 171
XII.


     E pur quel caro a lui nettare acceso,
Che su i colmi bicchier gli ondeggia e gioca,90
Ha da te quella grazia, e da te preso
Ha quel nobile ardir, di cui s’infoca.
Pur maturo da te quell’òr si è reso,
Che su le vesti sue divide, e loca,
E quel diamante, che polisce e intaglia,95
La man ne ingemma, e gli occhi al vulgo abbaglia.

XIII.


     Chè qual rosseggi, rimenando il Maggio,
Nella rosa, e biancheggi entro i ligustri,
Tu sei, che in loro imprigionando un raggio,
Il diamante e il rubin colori e illustri.100
Smanj dietro le gemme altri men saggio:
Che son, senz’opra di sculture industri?
Ma senz’arte o lavor vergine rosa
Molcer due sensi può, bella e odorosa.