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le poesie 167
IV.


     Non Voluttà, che dal procace aspetto,25
Dal sen nudo, e da gli occhi ebbrezza spira:
Ma quella, che lo sguardo in sè ristretto
O tiene, o a riguardar modesto il gira,
Cui tra bei veli appena il colmo petto,
Come Luna tra nube, uscir si mira,30
E che sparse ha le man del fior più gai,
Che spesso odora, e non isfronda mai.

V.


     Più non regna il Silenzio: ecco d’armenti,
D’augei cantori mille voci e mille,
Di carri cigolío, gridar di genti,35
Onde i campi risuonano e le ville;
Mentre con iterati ondeggiamenti
Scoppian le mattutine aeree squille,
E gemer s’ode delle braccia nude
Sotto all’alterno martellar l’incude.40