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le poesie 133

Il pensier degli eroi fuso e scolpito.
Felice chi ammirar può l’opre grandi,35
E di grande città l’aure respira,
La bella degl’ingegni, e al vulgo ignota
Vita vivendo. Ma felice ancora
Chi del bel di natura il core acceso
Sua gioja umìle, e che nessun gl’invidia,40
Cela sotto le fresche ombre romite,
E or curvo su le prische illustri carte
I morti ascolta, e l’età scorse vive
Or pensoso tra il dolce orror de’ boschi
Rintraccia ogni dover del Saggio in terra,45
Si raffronta con sè, tien sempre il mezzo,
E a viver caro a sè medesmo impara:
O quando regna la stellata Notte,
Tra i penduli dal ciel lucidi Mondi
Fa spazïar la liber’alma, ad essa50
Ravvisar la sua patria, e creder certo
A que’ lidi, a que’ porti il suo ritorno.
E pur giocondo mi sarebbe, o nato
A me da sì remota isola Amico,
Amoreggiar con teco la soave55
Terribil Diva d’Amatunta, or molle