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le poesie 129

Gli amor suoi gorgheggiando, e i miei diletti.
Qualunque vita, sia ridente, o grave,
Tumultuosa, o cheta, oscura, o chiara,60
Porta in sè stessa i suoi piaceri, e il folle,
Che d’altri beni vuole ornarla, sempre
Del piacer troverà maggior l’affanno.
O cieca stirpe di Prometeo, quando
Di gridar cesserai contro le date65
Sorti ineguali? Un comun senso, Amico,
E un contento comune havvi non meno,
Ed in ogni destin, quant’uomo il puote,
Felice è l’uom; sol che virtù non fugga:
Virtù, Ninfa bellissima, che a tazze70
Bee, dove nulla mai d’amaro ha il dolce,
Che del par gode se riceve, o dona.
Danzar la vedi? Un fortunato evento
Coronò l’opra, che da lei tentossi.
Ebbe triste novelle? Oscura doglia75
Non spiega in fronte; e se talvolta piange,
Non è letizia d’altra Ninfa, o riso,
Che più soave di quel pianto sia,
Di quel pianto, onde torna anche più bella.
Suda, nè stanca è mai; ricca, ma parca,80

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