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BALLATA






I.


Siede su la recente fossa paterna il fosco
          Giovine. Alla città bianca de’ morti
Il roseo maggio esulta; nell’imminente bosco
          4Cantan gli augelli in vaghi amori assorti.

Ei pensa e geme: “O caro petto, per te la vita
          Fu una mistica prova, un sogno austero:
Come palma in deserto, s’aprì nell’infinita
          8Regíon della fede il tuo pensiero.

S’avventâro a’ tuoi fianchi i morbi e le sciagure,
          Come tumultuosa orda di schiavi;
Ma tu, mite, qual sandalo odoroso alla scure.
          12Benedicendo l’anima esalavi.