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Ferri Romano; e i pregiatissimi stucchi sono lavoro del rinomato Gio. Angelo Sala di Lugano.

I Dipinti a olio nella volta della nave contigua al Palazzo Vescovile sono grandiose e ben colorite produzioni del Cav. Niccola Malinconici; ch’esser doveano, ma per fatalità non furono, dell’immortal Cignani. Il gran Quadro con Mosè in mezzo agli Ebrei condotti a salvamento fralle divise acque del Mare, e il Dio Padre in aria, che comanda all’acque istesse di affogare gli Egiziani, fu valorosamente esequito da Luca Giordano; e piacque sì che ne sono state tratte più copie. Pregievole è ancora l’Arazzo di Fiandra esprimente la Crocifissione di Cristo operato dal Reghelbruggio sul modello a olio, che giornalmente si vede del Van Schoor: come altresì due altri antichi, fatti su i cartoni di Giulio Romano, che, come il primo, si espongono nelle Feste solenni. I due Profeti a stucco sedenti allato al mentovato Quadro del Giordano, sono fattura del Barberini Plastico rinomato; e gli altri stucchi sì di questa, che della nave che seguita, sono di mano degli Antenati di Fran-

    Pittore Romano, per la dipintura di quattordici vani, posti in quel braccio di crociera che risguarda la Piazza; sei de’ quali esser doveano a olio, e il rimanente a fresco: il qual accordo, al dir del Calvi, Effemerid. Novemb. pag. 354. fu di „Doppie mille quattrocento trentatrè, cioè Scudi Romani 4330. e di più la casa fornita di tutte le suppellettili necessarie, dodici sacchi di formento all’anno, quanto durerà l’opera, sei mastelli di vino, dodici carra legna, con pagargli tutti i colori. L’Opera fu cominciata e proseguita per quelle pitture, che dovevano esser a fresco; ma poi nati alcuni accidenti restò per li Quadri a olio sospesa, e rotto l’accordo; lavorati poi detti Quadri da altri pennelli„ che furono il Zanchi, il Cervelli, e il Malinconici.