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intorno alle macchie solari ecc.

una scintilla di ragione di un solo1, sì perchè le presenti osservazioni spogliano d’autorità i decreti de’ passati scrittori, i quali se vedute l’avessero, avrebbono diversamente determinato. In oltre, quei medesimi autori che hanno stimato il Sole non esser cedente né mutabile, hanno molto men creduto ch’e’ fosse sparso di macchie tenebrose; e però dove fosse forza che l’opinione del non esser macchiato cedesse all’esperienza, indarno si ricorrerebbe per difesa all’opinione della durezza e dell’immutabilità, perchè dove cede quella che pareva più salda, molto meno resisteranno le men gagliarde: anzi gli avversarli, acquistando forza, negheranno il Sole esser duro o immutabile, poi che non la semplice opinione, ma l’esperienza, glie lo mostra macchiato. E quanto a i matematici, non si sa che alcuno abbia mai trattato della durezza ed immutabilità del corpo solare, né che l’istessa scienza matematica sia bastante a formar dimostrazioni di simili accidenti.

[fac. 20, ver. 25; fac. 31, ver. 2. [pag. 50, lin. 9]]La seconda2 ragione, fondata sul vedersi alcune macchie più oscure verso la circonferenza del Sole che poi quando sono verso le parti medie, dove par che si vadino rischiarando, non par3 che stringa l’avversario a doverle por fuori del Sole; sì perchè l’esperienza del fatto

17. che quando poi, B, s —
  1. Quel che segue, da «sì perchè le presenti osservazioni» sino a «E quanto a i matematici, non si sa che» (lin. 12) è stato aggiunto, così in A come in B, su di un cartellino, scritto, nell’uno e nell’altro codice, di mano di Galileo, e incollato sul margine del foglio. Prima continuava, di séguito a «una scintilla di ragione di un solo», in questo modo: «sì perchè non so che matematico alcuno abbia mai trattato ecc.» ; ma le parole «sì perchè non so che matematico» furono cassate. Si avverta pure che nel cartellino aggiunto in A, dopo e però (lin. 6) si legge, cancellato: contro a chi afferma, le macchie esser nel Sole, l’opinione della durezza e dell’immutabilità non possono valere. Inoltre, mentre la lezione di B concorda con la stampa, quella di A ne differisce in alcuni particolari, tra i quali i più notevoli sono questi : lin. 5-6, che e’ fosse macchiato; e però; lin. 8, della durezza ed immutabilità, perche dove cede questa che (in B prima fu scritto questa, e poi corretto quella); lin. 9-10, anzi, acquistando forza, gli avversarii negheranno.
  2. Da «La seconda» a «per vera» (pag. 202, lin. 28) in A è aggiunto su’ margini. In B quest’ aggiunta fu trascritta al proprio posto.
  3. Da «non par» a «più diretta» (pag. 202, lin. 4) è una seconda stesura, scritta, così in A come in B, su di un cartellino, in tutt’ e due i codici autografo di Galileo e incollato sul foglio per modo da coprire la prima stesura del passo medesimo. Con la testimonianza concorde di A e B abbiamo corretto, a lin. 19, isperienza della stampa in esperienza. Sotto i cartellini si legge, in A di pugno di Galileo e cancellato, in B di mano del copista, quanto segue: «redarguisce [in A prima aveva scritto arguisce, poi corresse] ben la posizione [posizion B] loro dentro al corpo solare; ma la causa perchè tal accidente accaggia, posta da Apelle, non mi finisce di satisfare, mentr’ [mentre, B] e’ dice che la [l’, B] irradiazione più diretta».