Pagina:Le opere di Galileo Galilei III.djvu/11

10 avvertimento.


cominciasse il presente volume; ma perchè la nostra edizione riuscisse, anche per questo riguardo, quanto più si possa compiuta, volemmo tener conto, non solo della stampa curata dall’Autore, ma altresì dei manoscritti autografi, che si conservano nella Biblioteca Nazionale di Firenze, e dei quali non era inopportuna una diligente collazione. Ed a tal fine diamo, riprodotto in fototipia, il primo abbozzo del Sidereus Nuncius (Mss. Gal., Par. III, T. III, car. 8 e seg.); e da una copia autografa di quest’opera (Mss. Gal, Par. iii, T. III, car. 38 e seg.), giunta mutila sino a noi, soggiungiamo le varianti, sebbene di lieve importanza formale, a pie di pagina del testo che ristampiamo con fedeltà sull’edizione Veneta1, secondo le norme fin qui seguite nella pubblicazione delle altre opere Galileiane2. Uno dei primi esemplari del Sidereus Nuncius Galileo fece pervenire, per mezzo di Giuliano de’ Medici ambasciatore di Toscana presso l’Imperatore, a Giovanni Keplero, matematico cesareo, manifestandogli in pari tempo il desiderio che lo facesse oggetto delle sue considerazioni. Il Keplero accondiscese; e undici giorni dopo ricevuto il Sidereus Nuncius senza nemmeno aver avuto modo di verificare le annunziate scoperte, compiva la sua Dissertatio cum Nuncio Sidereo, la quale noi riproduciamo dalla edizione principe di Praga3.

Nella ristampa di questa, come delle altre opere non Galileiane, conforme al nostro proposito ci atteniamo con la massima fedeltà o ai manoscritti o alle edizioni originali; rispettandone non soltanto le parole e le frasi che pur giudichiamo estranee all’uso dei buoni scrittori, ma la stessa grafia, talvolta erronea ed incostante, purché familiare all’Autore e dai contemporanei generalmente approvata. Ci riserbiamo per altro la consueta libertà quanto alla interpunzione, che, secondo il solito e per le ragioni dette già altrove, poniamo forte e frequente; è reso più regolare l’uso delle maiuscole, e correggonsi i manifesti errori di stampa; i quali, perchè in alcune scritture sono in grandissimo numero e non possono avere im-

    che venne incollato sopra la parola «Cosmica». In qualche esemplare però, come p. e. in quello della Biblioteca Nazionale di Firenze segnato «CC. 3», la sostituzione non fu eseguita; e nemmeno deve essere stata eseguita negli esemplari che servirono all’editore di Francoforte, che procurò nel corso di quel medesimo anno 1610 una ristampa del Sidereus Nuncius, e al Manolessi che curò in Bologna la prima raccolta delle Opere di Galileo, poiché in ambedue queste riproduzioni i Satelliti di Giove son detti «Cosmica Sydera». Notiamo inoltre, che nella edizione del Sidereus Nuncius curata da Galileo, il titolino corrente a capo di pagina è Observationes sidereae recens habitae.

  1. Sidereus Nuncius magna, longeque admirabilia spectacula pandens, suspiciendaque proponens unieuique, praesertim vero Philosophis, atque Astronomis, quae a Galileo Galileo etc. sunt observata etc.,Venetiis,apud Thomam Baglionum. MDCX.
  2. Abbiamo corretto, a pag. 159, lin. 18, un errore di penna occorso a Galileo, parlando della distanza della Luna dalla Terra: diametros, dato dai due manoscritti autografi e dalla edizione originale, in semidiametros.
  3. Ioannis Kepleri Mathematici Caesarei Dissertano cum Nuncio Sidereo etc., Pragae, typis Danielis Sedesani. Anno Domini, M.DC.X. Nei Mss. Gal. (Par. III, T. VII, I, car. 7 e seg.) ne abbiamo un esemplare autografo, il quale presenta notevoli varianti in confronto della stampa: lo riprodurremo a suo luogo nell’Epistolario, perchè in forma di lettera fu mandato dal Keplero a Galileo.