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di baldessar capra. 567

role: Non hic iacet huius instrumenti usus, è copiato tutto a capello dalla mia quarta Operazione; dove si noti come, avendo tralasciato il Capra, nel copiare il primo caso di questa Operazione, quello elle io scrivo in quel proposito, ciò è che, per risolver le questioni della regola aurea, delli tre numeri proposti si può, ad arbitrio nostro, per aggiustar lo Strumento, pigliare il secondo o vero il terzo, ed applicarlo al primo, non avendo esso fatto menzione di ciò, sèguita poi di copiare e scrive: Sed si quaestio esset: exhibent 30, quot dabunt 80? nec secundus nec tertius numerus ex scala immobili acceptus potest primo per transversum accommodari. Ma se di sopra non ha mai fatto menzione di accommodare altro che il secondo, perchè dice ora: Ma se nè il secondo, nè il terzo si potrà accommodare? bastava dire: Quia secundus non potest accommodari etc.: copia dunque solamente, ma non intende. L’altra operazione poi contenuta sino alle parole: Non minori facilitate resolvuntur, non aggiugne niente di nuovo a quanto è insegnato di sopra, perchè non è altro che la medesima regola aurea replicata tre volte: ma perchè nell’aggiustare lo Strumento si adoprano solamente il primo e secondo numero, li quali in tutte e tre le operazioni sono sempre i medesimi, quindi è, che, aggiustato una volta, ci serve poi, senza più muoverlo, per trovare tutti gli altri numeri rispondenti a quelli che nella regola occupano il terzo luogo. La operazione che segue sino alle parole: Verum si quis, è la regola inversa copiata ad verbum dalla mia Operazione 5. L’altra che segue, sino alle parole: Non absimili negocio, è la trasmutazione delle monete posta da me nella mia sesta. Quello che segue, sino alle parole: Insuper si aliquis, è l’operazione per gl’interessi a capo d’anno risoluta in due modi diversi, copiati l’uno e l’altro a parola a parola dalla mia settima. In quel che segue, sino alle parole: Sed ut melius, il Capra si è arrisicato a non voler copiare ad verbum; e se bene segue la medesima operazione, commette gli errori notati di sopra nella narrazione delle sue risposte in voce. Quello finalmente che resta, sino al fine del capitolo, si lascia intatto all’invenzione del Capra, essendo un affaticarsi per impoverire: poi che introduce, per far le medesime cose già fatte, un’altra scala mobile, potendosi servir della stabile; ha da muover lo Strumento una volta di più, adoperare due compassi, e cercare infine con tedio transversalmente il numero desiderato; le quali manifatture sono tutte non pur disutili, ma dannose.

Nel cap. 6 propone: Figuram aliquam superficialem adaugere vel dimi-