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534 difesa contro alle calunnie ed imposture

quelli che hanno avuti, in Italia i Serenissimi di Toscana e di Mantova, e l’Illustrissimo ed Eccellentissimo Sig. Duca di Cerenza; in Germania, il Serenissimo D. Ferdinando Arciduca d’Austria, gl’Illustrissimi ed Eccellentissimi Signori Filippo Landgravio di Assia e Gio. Federico Principe di Olsazia; in Polonia, gl’illustrissimi ed Eccellentissimi Signori Cristoforo Duca di Sbaras, Gabriello e Giovanni Conti di Tencim, Raffaello Lenscinshi; in Francia, gl’Illustrissimi Signori Francesco Conte di Noaglies e Gilberto Gasparo di Senteran; molti se ne ritrovano in mano di altri Signori ne i sopradetti luoghi e quasi in ogn’altra provincia di Germania e di Francia, e più in Fiandra, in Inghilterra e Scozia, presso tanti gentil uomini che troppo lungo sarebbe il nominargli tutti. Onde, solamente per soprabondante cauzione, mi è parso a bastanza, delle molte che averei potuto in questo luogo produrre, metter solo tre attestazioni: una del Clarissimo Sig. Gianfrancesco Sagredo, una dell’Illustrissimo Sig. Iacopo Badovere, gentil uomo Francese, e la terza, poco più a basso, del M. Reverendo Padre Maestro Paolo de i Servi, Teologo della Serenissima Signoria di Venezia; li quali sono dieci anni che veddono da me questo strumento, ed otto e nove anni fa ne ebbero uno per uno, insieme con l’uso. Porrò appresso la fede dello artefice, il quale in Padova da dieci anni in qua me ne ha fabricati circa 100.




1607, Adì primo di Giugno, in Venezia.


Faccio fede io Giovanfrancesco Sagredo cieli’ Illustrissimo Sig. Niccolò haver, già nove in dieci anni in circa, havuto dall’Eccellentissimo Sig. Galileo Galilei, Lettor delle Matematiche in Padova, uno de’ suoi strumenti, chiamato da lui Compasso Geometrico et Militare, et un altro simile poco dopo, con alcune divisioni un poco mutate et con altre estese a maggiori numeri: il quale strumento è quello stesso a punto, del quale l’anno passato ne stampò l’uso sotto questo titolo: Le Operazioni del Compasso Geometrico et Militare di Galileo Galilei, etc.; la qual dichiarazione hebbi in scrittura et in voce, insieme con lo strumento, al sopradetto tempo, et ancora si ritrova appresso di me. Et in fede della verità ho fatta la presente di propria mano.

Io Giovanfrancesco Sagredo sopradetto scrissi manu propria.


Adì 13 di Maggio 1607, in Padova.


Io Giacomo Badovere Francese espongo et attesto come è la verità, che sendo io, già nove anni passati, alloggiato nella propria casa et in compagnia del Sig. Ga-