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ed alla quale fu concessa la posta delle colombe. — Io l’amo perdutamente,» disse Alì Argento-Vivo; «vorrei sposarla, ma ignoro dove rivederla. — Io ve ne darò i mezzi,» riprese Hassan Sciuman, «se volete lasciarvi guidare da me e servire sotto le mie insegne. Volentieri,» rispose Argento-Vivo. — Ebbene,» proseguì Hassan Sciuman, «Anneritevi il volto, prendete un abito da schiavo, recatevi al bazar, e procurate di discorrere col cuoco Delileh. Quando vi sarete legati d’amicizia; vi riescirà facile entrare in casa sotto un pretesto qualsiasi, e bere con lui del busa1; ubbriacatelo, e fate in modo di impadronirvi delle quaranta colombe che danno il servizio delle lettere: solo a tal condizione vi prometto la mano di Zeineb. —

«Eseguì Ali quanto Hassan Sciuman gli aveva prescritto. Fatta conoscenza collo schiavo di Delileh gli propose di bere insieme del busa. - Non oso allontanarmi; da casa,» disse le schiavo, «essendo obbligato a cucinare per Delileh e Zeineb, come anche per quaranta schiavi a per quaranta cani; ma se volete venire con me, vi tratterò il meglio possibile. Accettò Alì la proposta con molta gioia, ed ubbriacato lo schiavo, interrogollo circostanziatamente sui numero e colore dei piatti che soleansi imbandire alla tavola del padrone, e similmente sul nutrimento degli schiavi e de’ cadì.

«Allorchè lo schiavo ebbe perduto affatto l’uso de’ sensi per l’effetto dell’oppio misto al busa, Alì si mise da fare la cucina, ed apprestò ogni cosa nel modo indicatogli dal cuoco. Avendo le chiavi degli armadi e della dispensa, preparò un pranzo del gusto di Delileh, una zuppa di lenti, carne in intingolo, un serdeh, cioè riso inzuccherato e colorito, ed una salsa

  1. Sorta di bevanda fatta coll’orzo fermentato.