Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/335


317


genero.» Adunata l’assemblea, egli offrì la corona ad Hassan, figliuolo di Alì, che per modestia volle ricusar tal onore; ma il re, ed anche suo padre e tutti i grandi dell’impero, lo supplicarono ad accettarla, ed egli si arrese alle loro istanze. Fu stipulato l’atto che stabiliva i diritti di Hassan al trono; quindi tutta la corte gli prestò giuramento di fedeltà, e suo padre fu il primo a baciargli la mano.

«Tre giorni dopo tali formalità, il re mancò ai vivi, egli si fecero magnifici funerali, vestendo la corte a lutto per quaranta giorni.

«Hassan, figlio di Alì, ascese al trono come se vi fosse chiamato dal diritto di nascita: si fece amare da’ popoli, e regnò in seno alla pace ed all’abbondanza, innalzando il padre alla dignità di visir, ed ebbe tre figliuoli che regnarono dopo di lui.

«Lode a Dio onnipotente che concede, secondo il suo volere, ricchezza e potenza, e colma di benefizi i benefici!»

NOTTE DCIV-DCXL

TEVEDDUD

OSSIA LA DOTTA SCHIAVA

— Era una volta a Bagdad un ricchissimo mercatante che faceva immenso commercio. Il cielo gli aveva concesso tutto, fuor d’un figlio, e giunto in età avanzata, si dedicò al digiuno ed alla preghiera per ottenere un erede, distribuendo ricche elemosine e visitando gli adoratori di Dio. Infine, le sue orazioni furono esaudite; sua moglie, rimasta incinta,