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colla stessa regolarità. Il decimosesto, essendosi presentata secondo il solito, scelse una pezza di drappo, e disponevasi a pagare, quando si avvide d’aver dimenticata la borsa. — Mercante,» mi disse, «ho lasciato a casa il danaro. — Signora,» le risposi, «ciò non vi trattenga dal portar via questa roba. Se tornate, me la pagherete; in caso diverso, mi stimo troppo felice di potervi offrire questa bagattella.» La donna ricusò la mia offerta, ed invano cercai astringervela. Scambiate molte cortesi parole per persuaderci reciprocamente, ella mi disse: — Non ci intenderemo mai, a meno che non acconsentiate a venire voi medesimo a casa mia per ricevere l’importo delle vostre merci; chiudete dunque il magazzino, e seguitemi.» Feci ciò che desiderava e ci mettemmo in via. Giunti vicino alla sua casa, la vecchia stacossi dalla cintura un fazzoletto, dicendo: — Bisogna che vi copra gli occhi con questo fazzoletto.» Ne chiesi la ragione. — Vi sono nella nostra contrada, colei rispose, «parecchie donne sedute ai balconi, e potrebbe accadere che la vista loro vi innamorasse, poichè questo quartiere della città racchiude varie damigelle di mirabile avvenenza, che sedurrebbero anche un religioso, ed io temerei molto per la quiete del vostro cuore. —

«Mi prestai volontieri alle voglie della donna, e continuammo così il nostro cammino sino alla sua porta, che ci fu aperta sull’istante. Restituitomi dalla mia guida l’uso degli occhi, volsi gli sguardi intorno, e mi vidi in una casa adorna con tutta la magnificenza d’un palazzo imperiale. La vecchia m’indicò una camera, pregandomi d’entrare; io obbedii, e rimasi meravigliato, scorgendovi tutte le pezze di stoffa che le aveva vendute; lo stupor mio s’accrebbe quando vidi avvicinarsi due damigelle che, lacerata in due parti una di quelle pezze, se la