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voce, «v’ha un gabinetto sulla cui porta c’è un anello di rame; al disotto di quest’anello troverete un mazzo di chiavi, coll’aiuto delle quali potrete aprire la porta. Entrando nel gabinetto, vi troverete una cassettina di ferro, ai cui quattro canti sventolano quattro piccole bandiere incantate; in questa cassetta v’ha un bacino di rame pieno d’oro e di gemme, ed accanto undici serpenti: nel mezzo del bacino si vede un gallo d’abbagliante bianchezza. A fianco del cofanetto troverete una scimitarra: prendetela, uccidete il gallo, lacerate le bandiere, rovesciate la cassettina, ed uscite poi a raggiungere la vostra sposa. Ecco tutto ciò che esigo da voi pei servigi che vi resi, e per quelli che mi propongo di rendervi ancora. —

«Promisi di conformarmi alle brame della scimia senza cercare di penotrarne i motivi. All’indomani, mi recai alla casa dello sceriffo, e dopo la cerimonia nuziale, fui introdotto nell’appartamento della consorte, e scorsi facilmente l’anello e la porta di cui la scimia mi aveva parlato.

«Quando mi trovai solo colla sposa, e ch’ella ebbe alzato il velo, restai mutolo di meraviglia alla vista di tanti vezzi e perfezioni riunite. Giammai la natura aveva formata una creatura più incantevole. La regolarità de’ suoi lineamenti, la statura, il portamento, il suo rossore, il suo sorriso mi fecero tale impressione, che dimenticai quasi la scimia e le sue istruzioni.

«Alfine la voce della riconoscenza essendosi fatta sentire, non volli addormentarmi prima d’aver eseguite le ingiunzioni del mio benefattore; verso mezzanotte, vedendo la mia sposa profondamente addormentata, mi alzai con precauzione, staccai le chiavi ch’erano sotto l’anello di rame, ed aperto il gabinetto, presi la scimitarra che trovai per terra, uccisi il gallo, lacerai le quattro banderuole incantate, e rovesciai il cofanetto.