Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/436


26

ne offrirono molto meno di quello che mi costavano di prima compera e spese di trasporto. Ne fui irritato, e come ne dimostrava risentimento coi banditori, mi dissero essi: — Se volete darci fede, v’insegneremo noi il mezzo di non perdere sulle vostre merci...»

A questo passo, Scheherazade si fermò, vedendo spuntare il giorno; la notte appresso ripigliò il discorso in questo cenere:


NOTTE CXXXII


— Il mercadante cristiano, parlando sempre al sultano di Casgar:

«I sensali ed i gridatori,» mi disse il giovine, «avendo promesso d’insegnarmi il modo di non perdere sulle merci, chiesi loro cosa bisognasse fare a tal uopo. — Distribuirle fra diversi mercadanti,» mi risposero, «acciò le vendano al minuto, e due volte la settimana, il lunedì ed il giovedì, andrete a riscuotere il denaro che ne avranno ricavato. Così, invece di perdere, guadagnerete, ed i mercadanti ne avranno anch’essi qualche utile. Frattanto avrete la libertà di divertirvi, e passeggiare per la città e sul Nilo. —

«Seguii il loro consiglio, li condussi al magazzino d’onde trassi tutte le mercanzie, e tornato al bezestin, le distribuii a vari mercadanti, che essi mi avevano indicato come i più solvibili, ed i quali mi fecero una ricevuta in buona regola, firmata da testimoni, sotto condizione che nulla ne esigerei pel primo mese.

«Così disposte le mie faccende; non mi occupai più d’altro che di piaceri. Strinsi amicizia con varie persone della mia età circa, che prendevansi cura di