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456 le confessioni d’un ottuagenario.

sta ricompensa; ma una sincera confessione mi rialzerà agli occhi tuoi. Mi amerai ancora, sì, mi amerai sempre, e la mia memoria santificata dalla morte, vivrà perenne tra i tuoi più soavi e mesti pensieri.

— La morte? non pronunciare, perdio, questa parola, o non contento di seguirti, io ti precedo!...

— Carlo, Carlo, per carità non mettermi nel cuore un sì atroce rimorso! Libera questi miei ultimi giorni dalla sola paura che possa amareggiarli!... Vedi! impara da me... Cento volte avrei potuto, avrei dovuto uccidermi... e in quella vece... in quella vece... io muojo!...

— No, non morrai... Pisana, Pisana! ti giuro che non morrai!...

— Ed è vero; non morrò affatto se tu vivi; se tu onori la mia memoria, col render utili quei pochi sacrifizii, che sebben malamente, pure ho fatto per te!... Se penserai all’Aquilina che io ti ho confidato, ai figliuoli che tu generasti, e ai quali ti stringono sacri e inviolabili doveri, alla tua patria, alla mia patria, Carlo, per la quale ha sempre battuto questo mio piccolo cuore, per la quale dovunque mi porti la volontà di Dio io non cesserò di pregare, e di sperare!... Carlo, Carlo, te lo raccomando! Vivi perchè la tua vita sarà degna di esser imitata da quelli che verranno. Possa almeno dire morendo, che le mie parole, che i miei consigli ebbero questa fortuna, di lasciare un’eredità di grandi e nobili azioni!... Null’altro ti chieggo, null’altro desidero, perchè il momento della partenza sia insieme il più felice della mia vita. Del resto tutto quel po’ di bene che poteva operare, mi sono studiata di farlo: muojo contenta, muoio sorridendo perchè vado ad aspettarti!...

— Eccomi, eccomi, Pisana; non aspetterai un attimo! Io sono con te!

— E se ti dicessi che queste sarebbero le prime dure