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capitolo nono. 429

vano? No, l’anima sua, la parte più bella e spirituale di lei che viveva in quegli occhi, non si è insozzata nel fango della colpa. No, l’uomo non è un congegno meccanico che produce umori e pensieri, ma è veramente un impasto d’eterno e di temporale, di sublime e d’osceno, in cui la vita, diffusa talvolta equabilmente, si condensa talvolta in questa parte od in quella per trasformarlo in un eroe od in una bestia! Una parte divina splendeva negli occhi della Pisana; e rimase sempre pura perchè impeccabile. Ecco il perchè di quella passione violenta, immortale, ch’ella ha saputo inspirarmi; e che nessun prestigio di bellezza, nessuna blandizie di sensi avrebbe potuto prolungare oltre al sepolcro di lei nel cuore d’un vecchio ottuagenario. Io adorava, io compativa lo spirito schiavo ed immemore, ma sempre dolente e redivivo da’ suoi lunghi torpori.

A Portogruaro quelle mie fantasticherie ebbero a fare un gran capitombolo. Tutti parlavano delle stranezze della Pisana; perfino sua zia me ne mosse cenno pregandomi col mio criterio di porvi qualche riparo, giacchè il conte, per quanto gliene avessero dette, non s’ingeriva di nulla. Ella lo aveva perfin consigliato di collocarla in sua casa; ma le aveva risposto che la ragazza non voleva a nessun patto, e così si lasciava menare pel naso dalla figlia con gravissimo danno della sua riputazione.

— Sentite, Carlino, — mi diss’ella — se si può dare di peggio. Raimondo Venchieredo le sta sempre intorno ostinatamente; ella gli tien bordone con centomila moine che è una vera sconcezza a vederli; ma poi quand’egli venne a chiederla seriamente in isposa, che oramai l’ha diciott’anni e si potrebbe pensarvi, essa dichiarò solennemente che non lo avrebbe preso mai per marito e che la lasciassero stare. Si dice che vi covi sotto un amore più vecchio con Giulio Del Ponte, ma non si capisce poi perchè ella