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così vi carrebbe vie meno di me. Allora si parti da lei, et andossi per li fatti suoi, et ella rimase con gran vergogna.


Qui conta come Carlo d'Angiò1 amò per amore.


NOVELLA LX.


Carlo nobile re di Cicilia e di Gerusalem, quando era conte d’Angiò, sì amoe per amore la bella contessa di Teti, la quale amava medesimamente il conte d’Universa. In quel tempo il re di Francia avea difeso2 sotto pena del cuore, che ninuo torneasse. Il conte d’Angiò, volendo provare qual meglio valesse d’arme tra lui e ’l conte d’Universa, sì si provide, e fu con grandissime preghiere a messer Alardo de’ Valleri, e manifestolli dove elli amava, e che si era posto in cuore di provarsi in campo col Conte d’Universa,

    ricchiscono dall’un canto per li nuovi vocaboli che l’uso introduce; e impoveriscon dall’altro per li vecchi ch’esso abolisce.

  1. Qui conta come Carlo d'Angiò. Nella stampa del Benedetti ha Carlo Magno. È manifesto che s’è fatto Magno in luogo d’Angiò, che dovea esser nell’originale. Da dangio a Magnio, come scrivevasi allora, è facile lo scambio. Nella impressione del 72 si fece d’Angiò.
  2. avea difeso. Difendere per vietare è gallicismo; e quantunque trovisi anche in altri scrittori del trecento, oggi non è da usarsi, se non forse da qualche poeta tiratovi dalla necessità della rima.