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promesso, e rimase con gli altri nobili cavalieri torneando e facendo d’arme, siccome la rinomea per lo mondo si corre sovente di grande bontade e d’oltre maraviglioseFonte/commento: 170 prodezze.


Qui conta di Socrate filosofo, come rispose a’ greci.


NOVELLA LXI.


Socrate fu nobile filosofo di Roma, et al suo tempo mandaro e Greci nobile e grandissima ambasceria ai romani. E la forma della loro ambasciata si fu per difendersi da’ romani del tributo che davano loro con ragione. E fue loro così imposto dal soldano. Andrete, et userete ragione. E se vi bisogna, usarete moneta. Li ambasciadori giunsero a Roma. Propuosesi la forma della loro ambasciata nel consiglio di Roma. Il consiglio di Roma provide, la risposta della domanda de’ greci, che si dovesse fare per Socrate filosofo, senza niuno altro tenore. Riformando il consiglio che in Roma stesse, acciò che per Socrate fosse risposto. Li ambasciadori andaro colà dove Socrate abitava, molto di lungi da Roma, per opporre le loro ragioni dinanzi da lui. Giunsero alla casa sua la quale era di non gran vista. Trovaro lui che cogliea erbetta. Avvisarolo da lungi. L’uomo era di non grande apparenza. Parlaro insieme, consideranti tutte le soprascritte cose. E dissero intra loro. Di costui avremo noi grande