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mile — che procureremo di beneficarlo a seconda dei nostri mezzi — e che perciò non ci occuperemo di questioni religiose o politiche. Istruiremo il nostro simile con aprire scuole e conferenze serali..., e a complemento del sistema di moralizzazione apriremo una Biblioteca popolare circolante, ivi con tenue tassa mensile distribuiremo a lettura i libri d’amena letteratura, di patrie storie, di educazione civile e morale.

«Procureremo di beneficare altrui secondo i nostri mezzi — o aprendo lotterie private, o facendo fiere di beneficenza, o raccogliendo danari da oblazioni volontarie, o prelevandoli dai nostri fondi per soccorrere non la povertà viziosa ma la povertà prodotta da impotenza, da infortunio, da cause insomma estrinseche all’inerzia, al vizio. Laddove la beneficenza della Società operaia non sia da tanto da alleviare dalle miserie, vi si associerà la nostra istituzione: — Noi siamo gente alla buona, senza presunzione, che offriamo quel poco che sappiamo, a chi ne può sapere meno di noi; se qualcuno ne saprà di più, farà opera meritoria ad aiutarci. Sta a voi a far conoscere chi siete; se siete amanti dell’istruzione del popolo, aiutateci sottoscrivendo una o più azioni da 20 centesimi al mese per un anno e ne avrete in compenso la erezione stabile della nostra Società, l’apertura della Biblioteca popolare, e di una scuola serale di lettura, calligrafia, aritmetica, storia e geografia, la costituzione d’una cassa per sussidi ai poveri.»

Il 13 novembre la Società era costituita con 66 soci fondatori e 120 azioni: il Ministero mandava un sussidio di lire 100, e un’offerta di libri