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non sa che cosa leggere? Che giova averlo innamorato delle virtù civili e religiose, se poi non vi sia chi gliele ricordi continuamente? Che monta avergli, fanciullo, fatto conoscere che egli ha una patria da amare, da proteggere, da difendere, se fatto adulto non ode pure una voce che gli ragioni e al cuore e all’intelletto della dolce carità del loco natio? A tutto questo hanno pensato gli educatori di Francia, del Belgio, dell’Alemagna, dell’Inghilterra, e dell’America, a questo ha pure rivolto lo sguardo il nostro Governo, a questo io pure vi richiamo.

«Le scuole serali e domenicali per gli adulti hanno bisogno di un complemento, hanno bisogno di una nuova istituzione, le Biblioteche comunali e circolanti. Ogni comune dovrebbe istituirne una nel suo capoluogo, stanziando una somma per ciò eziandio leggera, naturale bibliotecario il maestro, che verrebbe facendo conoscere e distribuirebbe i volumi raccolti. Questi volumi dovrebbero contenere operette utilmente dilettevoli, dilettevolmente morali. Quando ciò fosse, nelle lunghe sere invernali, nelle domeniche, negli altri giorni festivi troverebbe la famiglia raccolta intorno al domestico focolare un salutare pascolo al suo intelletto, all’imaginativa, al suo cuore. La istruzione e l’educazione della scuola continuerebbe, si farebbe migliore, diverrebbe di famiglia, e se ne gioverebbe la moralità pubblica e la privata. Se la Biblioteca del comune valesse a diminuire l’abuso festivo dell’osteria, il malvezzo delle ubbriacature, le sconcezze delle risse non troppo infrequenti, non dovremmo noi aiutarla e sorreggerla per quanto sta in noi? So che l’opera dell’educazione è lenta, ma che perciò? Tutto