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di lagrime. 17


adunghiò la chiavettina d’oro, e via, verso l’uscio del giardino.

Povera Alice! Tutto quello che potea fare consisteva nel giacere, appoggiando il fianco per guardare il giardino con la coda d’un occhio; ma il penetrarvi dentro era diventato più difficile che mai: sedette dunque, e si rimise a piangere.

“Ti dovresti vergognare,” disse Alice, “figurati, una gran ragazzona come te” (e davvero lo poteva dire allora) “fare la piagnolosa! Smetti subito ti dico!” Ma pure continuò, versando lagrime a secchie, sinchè formò uno stagno intorno a lei di quasi quattro pollici d’altezza, e che giungeva a metà della sala.

Qualche istante dopo sentì in lontananza come uno scalpiccío; subito si forbì gli occhi per vedere chi fosse. Era il Coniglio bianco che ritornava, splendidamente vestito, con un pajo di guanti bianchi in una mano, e un gran ventaglio nell’altra: veniva trottando frettolosamente, e mormorando fra se stesso, “Oh! la Duchessa, la Duchessa! Se n’andrà sulle furie perchè l’ho