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138 storia della

po’ su un po’ giù come dianzi, “È un ruzzo che ha in testa, non ha dolore di sorta. Venite!”

E andarono verso la Falsa-Testuggine, che li riguardò con certi occhioni ripieni di lagrime, ma senza far motto.

“Questa fanciulla,” disse il Grifone, “vorrebbe sentire la vostra storia, vorrebbe.”

“Gliela racconterò,” rispose la Falsa-Testuggine con voce profonda e sepolcrale. “Sedete, e non dite una parola sin che io abbia terminato.”

E sedettero, e per qualche minuto, niuno fiatò. Intanto Alice osservò fra sè, “Non so come mai terminerà, se non comincia mai.” Ma aspettò pazientemente.

“Una volta,” disse finalmente la Falsa-Testuggine con un gran sospirone “io era una vera Testuggine.”

Quelle parole furono seguite da un altro lunghissimo silenzio, interrotto soltanto da qualche “Hjckrrh!” dal Grifone e da’ singhiozzi continui della Falsa-Testuggine. Alice stava