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sidio1. Così nel 1295 un poverello di spirito, certo Paxinus de Mayis, ottenne un sussidio di lire 3 imperiali (l. 87,54) per edificare unum eremitagium in Valle Tegetis occasione faciende ibi penitencie2. Questi accatti si saranno fatti indubitatamente anche in altre Vicinie, e così queste sciupavano i loro averi a scopi del tutto all’infuori della loro azione in una epoca, in cui, come vedremo, gli oneri sempre crescenti avrebbero dovuto renderle restie dal largheggiare con coloro, che pigliavano così a gabbo le basi fondamentali della società, pur pretendendo di vivere, come altrettanti parassiti, a spese di questa.

Una caratteristica particolarità risulta dagli Atti della Vicinia di S. Pancrazio, quella, cioè, dell’obbligo che aveano i Vicini di accompagnare alla sepoltura quegli tra loro, che erano colpiti da morte. Se in altri tempi ed in altri luoghi vi furono confraternite, che provvedevano a ciò3, non possiamo a meno in questo fatto di ravvisare la forte solidarietà, che legava fra loro questi Vicini dopo morte, ed il fondamento religioso che ebbero in origine questi nostri Vicinati. E di questo ne è una prova primamente la circostanza, che la convocazione dei Vicini per l’accompagnamento del morto era fatta a spese di tutta la Vicinanza. Quindi nel 1283 si trovano dati soldi 10 (l. 14,59) Bonacurso spatario pro eius merito et fatiga quam habuit et habere debet occasione suprascripte Vicinancie ad vocandum homines occasione mortuorum4; in un verbale di adunanza del 1 Lu-

  1. Acta II, qu. 2.
  2. Acta II qu. 3.
  3. Murat. Antiqu. VI, 449 seg.
  4. Acta I qu. 1.