Pagina:Le Vicinie di Bergamo.djvu/195


173

la vita de’ cittadini, sono sancite in queste disposizioni, ch’io reco quasi per intero pei debiti confronti coi corrispondenti brani del nostro documento: Si quis sagitaverit cum arcu vel balista et fecerit causa feriendi aliquem in civitate vel suburbiis vel episcopatu; si cum arcu solvat 10 libras imperiales, si cum balista solvat 20 libras imperiales — Item si proiectum vel tractum fuerit de aliqua turi seu domo civitatis vel suburbiorum cum mangano vel cazafusto vel fronzia vel manu sine parabola potestatis contra aliquem vel aliquos de civitate vel suburbiis; si cum mangano vel predera turris vel domus illa unde traheretur destruatur usque ad terram; et si cum cazafusto vel fronzia vel manu medietas destruatur et ultra puniatur in arbitrio potestatis in omnibus predictis1.

Le parole: et hec omnia observabo usque ad calendas Augusti, provano, a mio avviso, che la nostra formola fu composta innanzi al 1193. Già vedemmo come la interpretazione dell’Agliardi su questo punto fondamentale fosse affatto arbitraria, e come conducesse a conseguenze affatto opposte a quelle, alle quali egli intendeva venire. Ora, secondo me, questa espressione, che invero, a primo aspetto crea una vera contraddizione, sia che si ammetta che i Podestà entrassero al 1. Gennaio, sia che si ammetta assumessero il loro ufficio al 1. Luglio, serve in quella vece a determinare per altra via in quale epoca fosse composto il Iuramentum sequimenti prestato dalle nostre Vicinie. E qui giova premettere, che il Podestà non richiedeva questo giuramento il primo giorno in

  1. H. P. M. col. 1584 (132).