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SINIBALDO PERUGINO



     Pallida, stanca, e sotto il manto oscuro
Quasi tutta nascosa,
Negli occhi lagrimosa,
Venìa la sconsolata peregrina;
5E quando mi conobbe, un pianto duro
Cominciò la dogliosa,
Mostrando aver noiosa
La vita che da lei non si declina.
Poi che drizzò vêr me la faccia china,
10Mi disse — Omè! caro diletto mio,
Insegnami, per Dio,
Se sai, dov’è la vergin mia sorella.
Chè, se ben vêi, son quella
Che fra le quattro fui nel santo coro
15Chiamata per altrui non la men bella:
Ed ora per la loro
Invida voglia e mal condotto stile
Son fatta fra le tre già la più vile. —
     Ond’io, ch’allor non men di lei mi dolsi
20Nel cuore e nella mente,
Risposi — Omè dolente!
Come ti veggio povera e mendica!
Qual falso caso sì nuda ti colse!
O misera sovente,
25Per qual mo’ di presente
Fortuna fatta s’è di te nemica?
La tua sorella vergine e pudìca
Ecco che viene in compagnia d’Amore:
Però cela il dolore
30Che porti in cor, per dare a lei men pena.


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