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GIOVANNI BOCCACCI

VII


     Lagrimando dimostro
Quanto si dolga con ragione il core
D’esser tradito sotto fede Amore.
     Amore, allora che primieramente
5Ponesti in lui colei per cui sospiro
Senza sperar salute,
Sì piena la mostrasti di virtute,
Che lieve reputai ogni martìro
Che per te nella mente,
10Ch’è rimasa dolente,
Fosse venuto: ma il mio errore
Ora conosco, e non senza dolore.
     Fatto m’ha conoscente dello ’nganno
Vedermi abbandonato da colei
15In cui sola sperava;
Ch’allora ch’i’ più esser mi pensava
Nella sua grazia e servidore a lei,
Senza mirare il danno
Del mio futuro affanno,
20M’accorsi lei aver l’altrui valore
Dentro raccolto, e me cacciato fore.
     Com’io conobbi me di fuor cacciato,
Nacque nel core un pianto doloroso
Che ancor vi dimora;
25E spesso maladico il giorno e l’ora
Che pria m’apparve il suo viso amoroso
D’alta biltà ornato
E più che mai ’nfiammato:
La fede mia la speranza e l’ardore
30Va bestemmiando l’anima che more.
     Quanto ’l mio duol senza conforto sia,
Signor, tu ’l puoi sentir, tanto ti chiamo
Con dolorosa voce;
E dicoti che tanto e sì mi cuoce,
35Che, per minor martìr, la morte bramo.
Venga dunque, e la mia
Vita crudele e ria


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