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GIOVANNI BOCCACCI



I


     Io son del terzo ciel cosa gentile,
Sì vago de’ begli occhi di costei
Che s’io fossi mortal me ne morrei.
4     E vo di fronda in fronda a mio diletto
Intornïando gli aurei suoi crini,
E me di me accendendo.
E ’n questa mia Fiammetta con effetto
8Mostro il poter de’ dardi miei divini,
Andando ogn’uom ferendo
Che lei negli occhi mira; ov’io discendo
Ciaschedun’ora ch’è piacer di lei,
12Vera regina degli regni miei.


(Dal libro V del Filocopo.)



II

INVOCAZIONE DELL’AMETO


     Quella vertù che già l’ardito Orfeo
Mosse a cercar le case di Plutone,
3Allor che forse lieta gli rendeo
     La cercata Euridice a condizione
E dal suon vinto dell’arguto legno
6E dalla nota della sua canzone,


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