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tempii chiese ’, ove s’adori Dio, da cui o mandato e viene ogni bene ’; e simigliantemente ò in fare gran nozze, e ricchi conviti, e dare altrui grandi albergherie, e in fare grandi presenti. Lo magnifico non pensa solamente delle sue spese; ma egli pensa anche di fare altrui. Nella magnificenza non è solamente mestieri che vi sia abbondanza di cose, ma evvi mestieri con essa uomo il quale sappia ordinare e spendere quelle cose, sì come si conviene, o egli per sé. o uomo di sua schiatta ^, Onde qualunque uomo ha meno una di queste cose, o amendue, s’ egli vi si intramette sì è da schernire, ’’ s’ egli s’ impaccia di magnificenza. L’uomo che soperchia a quello ch’è detto di sopra si è quello, che spende in queste cose che non dee, e che non si conviene, e colà ove può fare la piccola spesa sì la vi fa grande, sì come sono coloro che danno il loro a giucolari ed a buffoni, e come coloro che gittano le porpori ^ nella via; e questo non fanno per amore

1) 11 T più magnifico ag-giunge: et autres haulesces.

2) Da cui è mandalo e viene ogni bene, è pia giunta di Bono, che manca al ms. Vis. che qui varia.

3) Ut: ou lui, au autre de son conseil.

4) Ommesso o innanzi a s’ e(/li s’impaccia, perchè nuoce al senso, manca nei mss. del Sorio, e Vis. ed al t: on le doit et pnet gaber se il s’ entremet des oevres de magnificence.

5) Il T: les porprcs, et les draz dorez.