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per donare; ina cresce per raunare e per ritenere. Ed è usanza, che la ricchezza che l’uomo ha senza fatica, sì ’1 fa esser più largo; e grande maraviglia è, quando l’ uomo è ricco con gran fatica, s’ egli è largo. L’ uomo prodigo ò men reo che Tavaro; perchè Tavaro non fa prò’ a nessuno, ne a sé, e per questa cagione cgn’ uno gli vuol male. Anche lo prodigo si può correggere in molti modi; ma l’avaro non si può mai medicare ’, e naturalmente r uomo è più acconcio all’ avarizia che alla prodigalitade. e sì si parte più dal mezzo, cioè da larghezza *.

E sono molti modi di larghezza: e rade volte sì si possono trovare in un uomo. Che tal volta è r uomo avaro in tenere le cose sue, 2he non è avaro in desiderare l’altrui. E sono tali, che son avari non per tenere le loro cose, ma per desiderare le altrui. In questi cotali è il loro desiderio insaziabile, e sforzansi di guadagnare d’ogni sozzo guadagno, sì come di mantenere bordello, e di ritenere ruffiani e puttane, e dare a usura, e ritenere giuoco: e di questa maniera sono li ìrrandi uomini, che guastano le cittadi. e rubano

1) Il T ha solo: encore iu plus, que li prodigues pv.et estre chastiez, mais li avers non. Et a toute de/ante nos atrait avarice. Il nis. Vis. concorda con Bono.

2) Aggiunto, cioè da larghezza, col t: s’ esloigne eie plus don mi, Cii est de largesse. Così anche il ras. Vis.