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memoria questi precetti persoDificati dal discepolo

ili quei « Savi » nel cauto IV deìV Inferno:

Genti v’eran con ocelli tardi e gravi, Di grande autorità ne’ lor sembianti: Parlavan rado, con voci soavi.

Capitolo XXVI.

Scrive Brunetto: Maravigliarsi della bontà, piìi che della stella lucida, o del sole quando si corica, o quando si lieva.... Queste parole ci fanno rammentare il verso di Dante.

Lucevau gli occhi suoi i)iù che la stella

(Inf. II).

e le molteplici opinioni dei cementatori intorno ad esso, alcuni dei quali opinano che la stella lucente sia Venere, altri il sole medesimo, annoverato fra « l’altre stelle » dal poeta nel canto precedente. Non mancano ragioni ed autorità per l’ una interpretazione e per l’altra.

Se non che opinano altri, che « la stella » significhi le stelle in numero plurale, e ne adducono a prova Dante stesso nel Convito: « Per essere lo viso debilitato.... puote anche la stella parere turbata; ed io fui esperto di questo.... che per atì’aticare lo viso