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Le specie dell’amistà sono tre. L’ una si è

amistà per bene, l’ altra si è per utile, e l’altra si è per dilettazione. Ed in ciascuna è mestieri di manifesta retribuzione ’; però che coloro che si amano, si vogliono bene a sé comunalmente; e coloro che s’amano per cagione d’ utilitade, o di dilettazione, non s’ amano veracemente, ma amano le cose per le quali elli sono amici, cioè dilettazioni ed utilitadi. Onde tanto basta tra costoro l’amistade, quanto basta la dilettazione e l’utilitade, e però si fanno costoro amici e nimici. Questa amistade della utilitade si è tra vecchi, e l’ amistà della dilettazione si è tra giovani; ma la perfetta amistade si è solamente tra gli uomini che son buoni, e sono simili in virtudi, e voglionsi bene per la similitudine eh’ è intra loro delle virtudi; e questa cotale amistà si è amistà divina, che contiene tutti i beni, ed intra loro non ha detrazione %

1) Le specie dell’ amistà sono tre, Vuna si è amistà fer bene, l’altra si e per utile, e V altra si è fier dilettazione. Ed in ciascuna è mestieri di manifestare trihulazione però che coloro che s’amano, si voijliono bene a se comunalmente. Così leggono erroneamente le stampe.

Corretto manifestare, in manifesta: e tribulazione, in retribuzione, come si pare dal contesto, e dal t: gmrredon (guiderdone). Anche in fine del capitolo \z.ÌT2iS&fait giierredon, è voltata, retribiùsce. Cosi anche l’ edizione fiorentina, ed il ms. Vis.

2) Il T: decevance.