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La sapienza è felicità non da eleggere per

altrui, ma per se medesimo, come la sanitade ’.

choses ont, ne sont mie sachant ne sage, ains sont sollers, et conseillé par intellect de nature. Le stampe, ed il ms. Vis. imbrogliano: c la solerzia è avacciamento per lo quale si giudica avacciatamente in diritto o gindicio, e tostamente si acconsentisce ad un bono comiglio. Astuzia, cioè scaltrimento, è di prudenza, col quale l’uomo viene a fine con grande sottigliezza de’ suoi intendimenti nelle cose buone; ma questa sottigliezza è detta qualitade nelle cose ree, sì come sono gli incantamenti e gli indovinamenti; e questi cotali non sono detti savi, ma son detti consiglianti, e briganti, ed astuti. Rappattumata la versione coU’originale, mutando nel primo luogo avacciamento, in senso: poi sopprimendo o fra diritto e giudicio: togliendo la virgola dopo scaltrimento; qualitade correggendo in calliditade coi 3 mss. Marciani, Zanetti, e Vis. aggiungendo, che queste cose/anno, dopo cotali; e per naturale intelletto, dopo consi:/lianti: sopprimendo in fine, ed astriti, perchè in contraddi/ionc col contesto, il quale insegna che la cosa di cui qui si parla, è calliditade anzi che astuzia.

Il ms. Vis. da questo luogo salta ex abrupto al capitolo XXXVIIl del Volgarizzamento. Dopo il primo periodo del capitolo XXXIX salta al capitolo XXXIV del Volgarizzamento. Dopo i tre primi periodi del capitolo XXXVIIl ritorna a questo luogo. Salta poi al capitolo XXXIX.

1) Il T: sapience est félicitez, que l’on doit eslire par lui, non pas comme chose qui ameine santé, mais comme santé meisme. Le stampe, ed il ms. Vis. malamente: la felicità non è cosa da eleggere per altrui, ma per sé medesimo