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maestro, restano favole, non avendo nessuna autorità divina costituita la Chiesa maestra delle scienze naturali, nò dichiarata per queste dottrine libro di testo la Bibbia. Troppo noto è il fatto di Galileo.

Il pellicano ha la mandibola inferioi-e formata da due rami ossei, depressi, flessibili, ed uniti alla punta, d’onde è sospesa una pelle iprnuda a forma di borsa. Questa borsa o tasca, espansiva di molta elasticità, può contenere molta copia di pesce, del quale il pellicano va in caccia con rara destrezza. Ne mette in serbo gran parte, per suo cibo o de’ suoi tigiiuoli. Nel nutricare i quali, preme la mandibola inferiore contro il collo ed il petto per meglio mandar fuori i pesci nascosti nella tasca, del sangue dei quali ò spesso intrisa, come altresì le biai«che piume del suo petto. Di qui la tàvola, che questo uccello si squarci il petto per nutrire col proprio sangue la prole.

Capitolo XXXI.

Il Fior di virtù, ca(). XXI ha eguali novelle intorno alla pernice.

Udiamo il maestro del maestro: Dimicatur circa connubium, victosque credunt foeminarum vice vénérera sustinere. Ii)sas libido sic agitât, si ventus a masculis flaverit, ut fiant praegnantos odore.... Tunc si quis homiuum. ubi incubant appropinquabit, e