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distemperamento di loro li corrumpe e li fa morire1. Che se il corpo fosse d’un elemento senza più; egli non potrebbe istemperarsi mai, però che non avrebbe mai contrario, ne morrebbe2.

Qui si tace il conto della natura degli animali, e ritornerà alla sua diritta via, ch’è di dire prima delle cose che prima furon fatte. E perciò tornerà a dire del mondo, e del firmamento3 e del cielo e della terra.



  1. Le stampe leggono senza senso: e la virtù del nutricamento, serve a natura che ingenera. Onde l’uno ingenera l’altro, secondo loro natura e loro similitudine. E sì come il temperamento che accorda le diversità di essi elementi, e fa li corpi ingenerare e nascere e vivere, così il temperamento di loro corrumpe e li fa morire. Corretta l’interpunzione, e la lezione col t: la vertuz dou norrissement sert à la vertu qui engendre, por quoi li uns engendre l’autre selonc sa matiere et sa semblance; si comme li atempremens qui acorde la diversitè des elemenz fait le cors engendrer et naistre et vivre, tout autressi li desatempremenz d’eulx les corront, et le fait devier.
  2. Aggiunto: nè morrebbe, richiesto anche dal contesto, col t n’aurait contraires, et ainsi ne morroit
  3. Agginto e col t dou firmament, et dou ciel.