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delli suoi inimici, li quali erano quasi1 senza numero. Egli cacciò via in un giorno la fame grande ch’era in quel paese2. Egli risuscitò la carogna d’uno uomo morto3.

Eliseo morì nella città di Sebaste4, e qui ne è il suo sepolcro ancora.

D’Eliseo si disse5, ch’egli avea due spiriti, cioè il suo e quello d’Elia, e perciò fece egli più meraviglie che6 Elia. Ch’Elia, mentre ch’era



    maria, e disseli la sua morte innanzi tratto. Corretta la lezione e l’interpunzione col t les enemis de Surie fist il avugler. Au seignor de Samarie dist il sa mort devant. Così leggono anche i mss. Ambr. e Vis.

  1. Bono aggiunge prudenzialmente quasi, agli inimici senza numero. Il ms. Vis. dice l’inimici, senza impacciarsi punto nè poco del numero.
  2. Che era in quel paese, è glossa del volgarizzatore. Manca anche al ms. Vis.
  3. Il t la charoigne d’un home. Bono aggiunge morto. Si dà carogna d’uomo vivo? Il ms. Vis. risuscitò la carne d’un omo. - Carogna; caronia; caro, carnis.
  4. Il t Sebaste, et fait l’on á son sepulchre grandisme reverence iusque au jor d’ui. La stampa legge Sabat.
  5. Bono prudenzialmente aggiunge si disse. Il t Helyseus ot deuz esperiz. Concorda il ms. Vis.
  6. Che Elia, manca al t ed al ms. Vis. Manca pure e caro, nel mezzo del periodo appresso, al t ed al ms. Vis.