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ni, che fra loro erano stabiliti. Però essendo a Re Liceto molti dubbj difficilissimi, da altri Signori mandati Esopo tutti gli dichiarava, e scioglieva; ma quel che Licoto ad altri mandava, proposti da Esopo, nessun’uomo vi era, che scioglierli, ed intendere sapesse. Laonde il Re Liceto, oltre molti tributi, che egli ne traeva onor grande, ed ampia gloria ne conseguiva, e perciò fece Esopo di tutto il suo Regno Retore, e Governadore.


C A P I T O L O   LVI.

ESsendosi adunque Esopo quivi fermato, infastidito di più oltre gire errando, e non avendo figliuolo alcuno, adottò un giovane di nobil casa, il quale Enno era nominato. Costui fu da Esopo come suo proprio, e legitimo figliuolo, al Re caldamente raccomandato. Avvenne, che il buon figliuolo ebbe con la donna d’Esopo amorosa conversazione, la qual cosa risapendosi, volle Esopo scacciarlo di casa, e dalla eredità privarlo. A cotesto pensò Enno con un’altra non manco solenne ingratitudine rimediare, e fare Esopo cadere in disgrazia, ed in odio al Signore in questo modo: egli finse, ch’Esopo scrivesse una lettera a quei Signori, che a Liceto mandavano gli Enigmi, facendo loro intendere, che il Re suo era di così mala natura, e così ingrato della servitù sua, che quantunque fosse quello, e solo, che i difficoltosi dubbj dichiarasse, e sciogliesse, e quello fosse solo, che a lui ricchezze, e fama immortale acquistar facesse nondimeno egli ne riportava con dispregio, e dissonore mal guiderdone, tenendo sua Maestà con la donna sua pratiche amorose, e perciò desiderasse partirsi da Liceto da un ingrato, ed ingiurioso Tiranno, e che molto volentieri sarebbe-