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scelte carni, che trovar si potessero? Può egli essere, che niun altra cosa tu abbi trovato nella Citta migliore di queste lingue? Io, rispose Esopo, non avrei per mio giudizio potuto trovar cosa migliore; e piacemi; che alla presenza di cotesti uomini saputi, e da bene tu mi riprenda acciocchè sian giudici, se tu hai ragione di gridarmi, e se io abbia esseguito il comandamento tuo. Dimmi di grazia Padrone, trovasi nel Mondo cosa migliore, e più degna, e più utile, e più nobile della lingua: Ogni dottrina, ogn’arte, ogni scienza, la Filosofa, col mezzo della lingua fassi aperta, e chiara. Non è cosa sì difficile, e di sì rozza materia, che mediante la lingua non si faccia facile, lucida, graziosa, e comprensibile; senza lei non si può pienamente satisfare al dare, ed al ricevere: per lei fannosi i giudicj, e le salutazioni, e le benedizioni: con essa lei cantansi i Poemi, e le Muse si celebrano, e da lei procede ogni bella armonia: per lei i matrimonj, e le nozze, e qualunque altro accordo, si conchiudono, e le Città si edificano, e per la gran forza, e virtù sua, salvansi gli uomini, ed unisconsi a dilettevolmente conversare insieme, e per dire il tutto brevemente, tutta la vita umana, e civile, è dal bene della lingua governata, e sostenuta. Non è adunque cosa nel Mondo migliore della lingua. Laonde parmi averti pienamente obbedito, perciocchè carne migliore, nè più preziosa non poteva io comperare, che lingue. Per queste ragioni, da Esopo prudentemente allegate, giudicarono li scolari, che egli diceva bene, ed era la ragione dal canto suo, e che il Maestro loro, il torto aveva. Finito il desinare, ciascuno per quello affare, che più gli premeva pertissi.