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gnano di nulla, come sarebbe, uomo, cavallo, ed altri animali; poichè nessuno di questi è suscettivo di elocuzione. Quelle che si dicono in relazione con altre, quante hanno mestieri di un’elocuzione, come il maggiore di un che, e il più veloce di qualche cosa, e il più bello, e simili; chè il maggiore è maggiore del minore, e il più veloce lo è di qualche cosa. Delle cose esistenti adunque le une si dicono per sè stesse, le altre in relazione con altre. — Così, secondo Aristotele, divideva anche le prime.

LXXV. Vi fu un altro Platone filosofo da Rodi, discepolo di Panezio, come afferma Seleuco il grammatico nel primo Della filosofia; ed un altro, peripatetico, discepolo di Aristotele; ed un altro, di Prassifane; e il poeta della vecchia commedia.