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tutte le nazioni e greche, e barbare concorsero a riedificarlo più grandioso. L’incendio mio denominato sacrilego, or chiude i petti ad ogni misericordia, ma in breve aprirà gli scrigni anco degli avari. Le nazioni a gara comprese da sacro orrore verseranno tesori a placare la Dea, ed a vendicarne l’ingiuria. Avrà su questi fumanti residui ara più splendida per oro, e gemme, nuovo culto più fastoso, nuovo delubro, eterno e trionfale. Io fra poco scendo sotterra, ma non rimarrà con me sepolto il nome, nè potrà oscurarlo il tempo nè la vostra sentenza, nè quella del volgo. Con questa audace mano io mi vanto d’aver fatta più illustre Efeso, e me stesso immortale. Nè alcuno mi opponga che sia vile questa mia impresa, perchè senza pericoli insidiosa. Io stesso mi sono esposto allo strepito del giudizio, al rigore delle menti vostre: sdegnai la fuga, e l’impune segreto: accusatore di me stesso denudai il collo alla vostra mannaja ul-